Con Dean, arriva la crisi della famiglia:
padri incomprensivi, troppo duri o troppo molli, madri nevrotiche, troppo puttane o troppo piagnone. Arriva l’insicurezza nel piu’ vasto contesto sociale, che tuttavia non viene messo in discussione. E’ insicurezza che si esprime in una ribellione di superficie: disadattamento,
fuga, un po’ di delinquenza e di "asocialita’".
I vestiti trasandati; le prime parolacce; il rifiuto delle convenzioni.
La ricerca della ragazza come sorella-madre-rifugio, ancora angelicata e niente autonoma, ben lontana dal femminismo.
Una certa ambiguità sessuale (Dean era, afferma Howlett, bisessuale; ma allora non se ne poteva parlare, anche se nell’infatuazione giovanile per Dean era presente anche questo tipo di identificazione e di problematica, ancora vissuta come peccato, come peraltro in Elvis). I tic, le aggressività, le smorfie, i sorrisi, le tenerezze rientrate o esplosive, gli sbalzi d’umore, di chi si cerca e non si trova.
Un vagheggiamento di autodistruzione e di morte, come conseguenza di un’insoddisfazione che è e non può che essere sociale, ma che non arriva a definirsi come tale se non qualche anno dopo, a partire dalla rivolta degli studenti di Berkeley. L’espressione di un disagio che non sa definirsi.
Goffredo Fofi
"Più stelle che in cielo"
SOKRATES n°3 – 24 Aprile 1996